Il Medioevo
in Maremma

La Maremma fu una terra prospera sotto gli etrushi prima, i romani poi ed infine gli Aldobrandeschi (discendenti dei Longobardi), che la dominarono fino al XIII secolo.
La conquista da parte della Repubblica di Siena determina la fine dell'epoca feudale e segna il declino di questa terra. L'accesso ai ricchi pascoli maremmani, pianeggianti e dal clima mite, si riduce drasticamente a seguito dell'introduzione di un dazio da parte della Repubblica di Siena. La Maremma, in gran parte pianeggiante, si trasforma ben presto in un terreno paludoso e malsano, flagellato dalla malaria. Questa terra bellissima ed un tempo ricca si impoverisce rapidamente e si spopola.
È probabilmente allora che ha origine l'arcinoto detto toscano: "Maremma maiala", in ragione delle difficili condizioni di vita che caratterizzavano la regione in quel periodo.


Il Granducato
di Toscana

Agni inizi del XIX secolo inizia però un percorso virtuoso di rilancio di queste terre. Dapprima il Granduca Leopoldo II di Lorena e poi Mussolini intraprendono un efficace processo di bonifica dei terreni. Nel 1950 viene poi varata la riforma agraria di Amintore Fanfani, che pone fine al latifondo con l'istituzione dell'Ente Maremma. In stile Robin Hood, le terre vengono espropriate ai grandi latifondisti e redistribuite ai contadini assieme a dei poderi di nuova costruzione. Questo momento altissimo di giustizia sociale del nostro Paese segna anche la nascita di un nuovo soggetto economico: l'imprenditore agricolo, figura ancora oggi alla base della eterogeneità del compartimento agricolo italiano.


La Maremma oggi

In ragione della propria storia travagliata, la Maremma è ancora arretrata. La Maremma era e resta una delle zone a più bassa densità di popolazione in Italia, nonchè una delle poche aree dove la maggiore risorsa è ancora rappresentata dalla natura.
La Maremma è una terra difficile, fatta di lavoro duro e di guadagni limitati. Eppure l'intera regione è dotata di una risorsa eterea, sfuggente, che coglie solo chi la vive durante tutte e quattro le stagioni dell'anno: la libertà.
Vivere in Maremma oggi significa, a mio parere, essere liberi.
Liberi di fare, di soffrire, di sbagliare per trovare la propria via.